POLITEAMA ZANCANARO

Proprietà: Comune di Sacile
Anno di ristrutturazione: 1997
Data di agibilità: 13 novembre 1997

Teatro che si presta a spettacoli di vario genere. La stagione è ricca di eventi: propone numerosi appuntamenti con la Prosa, il Jazz,  la Danza, la Musica e ospitando Artisti Italiani e Stranieri.
Diverse le attività di Associazioni locali e non, completano il programma della stagione teatrale.

LA STORIA

Il Teatro Zancanaro nasce il 22 novembre 1911, quando la commissione comunale concede definitivamente la licenza di apertura del nuovo politeama. A volerne la costruzione fu Vittorio Zancanaro, possidente agricolo originario della provincia di Venezia, trasferitosi a Sacile con la famiglia pochi anni prima.

L’invasione tedesca del 1917 ridusse il teatro, già bombardato e incendiato, a ripostiglio e stalla per la cavalleria nemica. La sua ricostruzione, affidata all’ingegnere Camillotti che gli diede un tocco Neoclassico, venne completata alla fine del 1921. I nuovi proprietari tuttavia si resero conto di non avere competenze gestionali e di non poterle reperire facilmente; inoltre l’amministrazione in proprio non compensava in modo adeguato l’impegno del capitale investito.
Nel 1930 furono aperti definitivamente i battenti sotto la direzione del padovano Dario Topparelli, ma, a partire dal 1988, il teatro venne acquistato dal Comune e sottoposto a restauro.

Anche lo Zancanaro, come ogni teatro che si rispetti, ha il suo fantasma.
Un pò particolare,visto che si trattava di una persona in carne ed ossa. Era Dante, di cui nessuno ricorda più il cognome, che di notte dormiva nei camerini del teatro e di giorno si prestava a dare una mano al gestore facendo le pulizie nel locale, distribuendo le locandine e gli inviti, confezionando gli addobbi di carta, curando il trasporto delle pellicole e altro. Suonava il violino, senza conoscere la musica, e prima dell’avvento del sonoro si alternava con il pianista nel commento musicale del film; in seguito suonò anche nel corso dei veglioni del carnevale. Organizzava per conto dei giovanotti le serenate alle ragazze di paese, rallegrava le cene dei buontemponi del luogo, suonava nei pranzi di nozze e nelle feste da ballo. A suo modo, Dante era uno degli ultimi spiriti liberi della sua generazione, uomo insofferente alle regole sociali,. un artista che vestiva i panni di quei vagabondi mal tollerati dal regime.
Così un giorno decise di partire per Genova dicendo che sarebbe andato in America. Da allora nessuno a Sacile ne seppe più nulla fino a ieri quando, parlando con alcune persone, Dante è riapparso nel solo nome, senza volto senza ricordi d’affetti, un vero e proprio fantasma dentro il buio di una memoria collettiva. La sua storia ha acceso la curiosità dei semplici tanto da domandarsi quale sia stata la sorte della sua vita. Forse Dante è veramente riuscito a raggiungere l’altra sponda atlantica e a disperdere la nostalgia negli immensi spazi continentali. O forse è morto prima, struggendo sulle corde del violino il suo impossibile sogno americano. Tutto questo , e altro ancora, racconta il Teatro Zancanaro, i sogni e le speranze della gente del palcoscenico insieme alle illusioni e ai sentimenti di generazioni di spettatori che , nel ricordo di una recita o nell’emozione di una proiezione al buio, hanno racchiuso un qualche momento particolare della loro vita.

tratto da Nino Roman –  Politeama Zancanaro –  Marsilio Editori in Venezia
Nino Roman, nato a Sacile nel 1938, giornalista pubblicista . Vive a Vittorio Veneto occupandosi di consulenza nel settore delle  pubbliche relazioni e dei rapporti con la stampa.